Curd LESSIG

Curd Lessig, nato il 22 novembre 1924 a Stoccarda e morto il 23 maggio 2019, è stato un artista poliedrico, noto soprattutto come pittore, grafico e designer di vetrate di chiese, vissuto a Würzburg.

Iniziò la sua carriera artistica studiando pittura sotto la guida di Heiner Dikreiter dal 1939 al 1940, seguita da un apprendistato come pittore di chiese presso la ditta Menna di Würzburg dal 1940 al 1942, frequentando anche corsi serali con Dikreiter. Il servizio militare interrompe la sua formazione dal 1942 all’agosto 1944, quando viene fatto prigioniero dagli americani. Dopo il suo rilascio nel 1946, continuò la sua carriera artistica.

Membro fondatore del Berufsverband bildender Künstler (BBK) Ober- und Unterfranken di Bamberg nel 1947, dal 1948 al 1959 studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Monaco sotto la guida di Walther Teutsch. Negli anni successivi lavora come pittore e restauratore di chiese per la ditta Menna in molte chiese della Franconia, dell’Assia e della Westfalia.

Dal marzo 1957, Lessig dirige il proprio studio e lavora intensamente alla progettazione di vetrate, alla pittura, alla grafica e alle gouaches di paesaggi. Ha vinto commissioni pubbliche e concorsi, in particolare per mosaici, murales, affreschi e vetrate. Il suo catalogo ragionato elenca oltre 400 esempi, che spaziano dalle caserme dell’esercito alle chiese.

Lessig ha viaggiato molto in Europa, in Egitto, Messico, India, Birmania, Thailandia, Cina e Giappone, traendo ispirazione da questi luoghi.

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Centauro d’oro in Italia nel 1982; nel 1991 ha ricevuto il Premio culturale della città di Würzburg, seguito dal Premio culturale della Confraternita del vino della Franconia nel 2004 e dal Premio culturale del distretto della Bassa Franconia nel 2009.

Le sue opere sono state presentate in varie mostre, tra cui gallerie e musei come la Städtische Galerie di Würzburg, la Otto-Richter-Kunsthalle di Würzburg e il Knauf-Museum di Iphofen. L’eredità artistica di Lessig è ancora oggi coltivata e onorata in varie sedi espositive.

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